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Letters written to problems, not people – by everyday champions, like you.
Please consider engaging with the content you are about to read.

a young girl laying on the floor - confused and afraid like the author of the corresponding letter written to depression

Cara Depresione

NOTA (Scritto da Francesca Fontanella): Valorizziamo qui l’autenticità  di questa lettrice che parla apertamente  delle sue esperienze come vittima di abuso sessuale e rispetto al  tema del suicidio. Se sei o sei stato/a anche tu vittima di abuso e questa lettera ti ha colpito/a, cerca aiuto senza attendere. Puoi contattare 02 2327 2327 o mail@mica TAI.  Ci auguriamo che i contributi di persone coraggiose che scrivono le loro storie possano, tra le altre cose, costruire la strada per la salute di tutti. Oggi ti parlo Depresione. Sono un poco scomoda perche ti devo parlare in una lingua che non domino propio e mi sara difficile raccontarti tante cose.

La prima volta che mi hanno parlato di te avevo dicianove anni. Ho voluto finire con la mia vita dopo di vivere una tristezza che non finiva mai. Il psichiatra ha detto che ero depressa e che mi sono fatta male perche avevo bisogno di piu attenzione. Ricordo che pensavo che il dottore era insoportabile, che era pieno di se stesso e che non aveva nessuna conessione con me o con quello che vorrei aver detto. Ma non potevo dire che sonó stata stuprata per anni per mio fratello e I suoi amici.

La prima volta avevo 8 anni, non ho capito niente, soltanto sapevo di aver sentito tanto dolore che mi sono fatta adosso e cuando arrivai a casa mi hanno sgridato perche ero una sporca che non era neanche capace di andare al bagno. L’ironia piu grande e che tutto e sucesso nel pavimento di un bagno cosí piccolo che appena se potevo muovermi. Non ho capito il stupro cuando avevo 8 anni, neanche dopo cuando continuo per due o tre anni piu, incominciai a capire cuando avevo 12 o 13 anni. Cuando sono arrivata a 19 e ho avuto il primo fidanzato e stato cuando ho capito veramente quello che mi e sucesso e mi sentivo sporca e mi odiavo a me stessa, non volevo uscire del letto, sentivo che tutti potevano guardarmi con schifo, non volevo incontrarmi con mio fratello perche l’odiavo cosi tanto che avrei potuto anche svelare il segreto.

Ma cosa sei deppresione? Credo che non esisti veramente, non sei idee nella mía testa, non sei paura di vivere, non sei neanche la tristezza, non sei il vuoto che sei stata cualche volta. Non sei. Non so  nemmeno cosa sei, sei questa fatica di vivere? sei questa difficolta di lavorare, di alzarmi del letto, di parlare? sei questa solitudine? sei questa colpa perche sono nella mía stanza invece di stare con le mie maravigliose figlie, invece di alzarmi a lavorare per procuraré I soldi? Al meno prima avevo la scusa di avere troppo lavoro, ma, da cuando incominciai la cuarentina non ho ancora potuto lavorare neanche un giorno.

I farmaci non mi hanno fatto mai niente, l’efetto e ancora peggio perche perdo anche quella piccola parte di me che e ancora lucida e sa ridere, parlare, piangere, incazzarsi, amare. I farmaci mi levano tutto e divento una cosa che cammina senza sentire niente. Ho provate tutti I farmaci e anche me li hanno levato tutti in tanti anni di raccontare lo stesso a psicoanalisti, humanisti, condottisti e cualche altra terapia in gruppo.

Veramente mi ha fatto been la terapia, stavo molto molto meglio, ma non so cosa e accaduto in cuarentina che sono arrivata di nuevo in fondo.

Anche ce qualcosa che voglio ringraziarti deppresione,  per te ho conosciuto la morte, ho tentato di arrivare li 3 volte, fino che sono arrivata all’ospedale senza polso, avevo 23 anni. Non mi e piaciuta la morte, ero ancora viva e sentivo tutto anche se il mío cuore non sbatteva piu, mi hanno fatto male per poter ritornare e li ringrazio. Non mi e piaciuta la morte e non sono andata mai piu. Qualche giorno dovro ritornare e ho la speranza che questa sia una morte diversa di quella che ho vissuto prima. Tante volte ci ho pensato sopra e credo che non si puo morire apposta, devi morire cuando devi morire, non prima, non dopo. Forse cosi la morte sia diversa. Anche Devi vivere, la vita e la morte sono una stessa cosa che sono io, qualche volta morta  in vita, qualche volta vita nella morte.

Ho molto da fare e voglio alzarmi dal letto.

Fémina, E tà 54
Depresione

A man among friends but out of place and attempting to hide.

Cara Diagnosi, Autismo (Dear Autism)

Per me sei uno stile di vita, dato che risali a una ventina d’anni fa e rimarrai sempre in famiglia. Sei arrivata a dirci che le relazioni sono difficili, non sentiamo e pensiamo e agiamo tutti nello stesso modo. Non abbiamo tutti gli stessi gusti. Ognuno di noi, per quanto possa essere simile, non è uguale. Caro Autismo, un grazie perché hai aggiunto alla mia vita il rispetto delle diversità dell’individuo.

Sorella, E tà 31
​Autismo

A statue holding pedals in honor of a woman's condition - endometriosis.

Cara Endometriosi (Dear Endometriosis)

Che strano darti un nome, come fossi una figlia…Una gravidanza che dura da 23 anni, con “parti” multipli – interventi chirurgici ripetuti – per portarti fuori e lasciare il mio ventre libero. E cure ormonali che fanno diventare molli nel corpo e nell’animo, e dolori, tanti, talora insopportabili. Da poco qualcuno ha iniziato a capire che sei una malattia invalidante, ma chi ti conosce, lo sapeva da tempo. Ricordo ancora la prima volta che mi parlarono di te come “nodi cioccolato”, dando l’illusione che fossi simpatica! Sei, invece, aggressiva, insensibile, prepotente, vendicativa… mi hai portato via alcune cose tra cui il sogno di un figlio e la sicurezza di provare piacere nella sessualità. Con te come terza incomoda, il sesso è una slot machine. E mi fai paura… perché cresci in modo subdolo, non si sa mai dove potresti moltiplicarti e infiltrarti, cosa ti inventerai per sciupare gli attimi. Sei una malattia cronica che fa stare connessi al presente, che fa godere di momenti in cui ti assopisci e imparare a rispettare ogni occasione in cui il dolore è assente. Sebbene io abbia scelto di farti dormire, con una sorta di menopausa forzata, riesci ancora a pulsare, pungere, picchiare, quando ti sembra che io ti abbia dimenticata. È proprio vero, sei come una figlia che chiede attenzione. E dando attenzione a te… be, ho imparato a darne a me.

Questo è il dettaglio per cui ti ringrazio. E perché mi hai mostrato, con la tua prepotenza e le invasioni sprezzanti, come non voglio essere.

Femmina, 39
Endometriosi

Handwritten notes to melanoma in the Italian language as part of the Dear Diagnosis literary project.

Caro Melanoma (Dear Melanoma)

Alla gratitudine bastano poche parole… Grazie, diagnosi, per essere arrivata in tempo.

Femmina, 37
​Melanoma